Individuare con precisione le attività soggette ad autorizzazione, aumentare il numero di interventi rientranti nell’edilizia libera e razionalizzare i titoli abilitativi differenziando le procedure in base al carico urbanistico prodotto con i lavori. Sono alcuni degli obiettivi del disegno di legge delega in materia di semplificazione e codificazione approvato durante l’ultimo Consiglio dei Ministri.
I tempi per la realizzazione della riforma si preannunciano lunghi. Il ddl prevede prima l’istituzione di una commissione permanente, entro un anno dall’entrata in vigore della legge, che si occuperà di attuare le misure per la semplificazione. Solo in un secondo momento si agirà sulle norme.
In generale, il ddl propone di individuare in modo preciso le attività soggette ad autorizzazione. Quelle non presenti in elenco saranno considerate libere.
I procedimenti per il rilascio delle autorizzazioni saranno ridotti attraverso la razionalizzazione e l’accorpamento delle competenze degli uffici pubblici. L’idea del Governo è mettere a disposizione dei cittadini moduli unificati e standardizzati che definiscono esaustivamente, per tipologia di procedimento, i contenuti tipici e la relativa organizzazione dei dati
Saranno eliminati i livelli di regolazione superiori a quelli minimi richiesti per l’adeguamento alla normativa europea, salvo che siano considerati necessari dall’analisi di impatto della regolamentazione (AIR) dei relativi decreti legislativi.
Queste semplificazioni, che riguarderanno tutti i settori di attività, sembrano invertire la logica alla base del glossario unico dell’edilizia libera che ha fornito un elenco non esaustivo degli interventi realizzabili senza permessi.
Il glossario in realtà non ha risolto i dubbi con cui i professionisti si confrontano quotidianamente, anche perchè ha rappresentato uno degli step su cui avrebbe dovuto basarsi il processo di semplificazione iniziato dal passato Governo.
I moduli unici, invece, esistono già. Per effetto della riforma Madia sono stati adottati in tutti i Comuni modelli standardizzati per permesso di costruire, Scia, Scia alternativa al permesso di costruire, Cila, Cil e comunicazione di fine lavori. Ai modelli si è poi aggiunta la versione digitale per l’interoperabilità, pubblicato lo scorso giugno.
Resta da capire se il nuovo Governo intende scardinare o completare la riforma già iniziata.
Il ddl prevede una serie di modifiche specifiche per il settore edile. L’intenzione è quella di ampliare i casi di edilizia libera, ma anche razionalizzare e semplificare i titoli abilitativi edilizi diversificando le procedure e i contributi in base alla natura dell’intervento e al carico urbanistico prodotto. Il ddl ipotizza anche che si possano individuare interventi di trasformazione urbanistico-edilizia e di conservazione realizzabili senza autorizzazione.
È inoltre prevista la ricognizione delle funzioni e delle norme sul governo del territorio e gli ambiti territoriali interessati da condizioni di squilibrio economico e sociale.
Sarà aggiornata la disciplina che regola lo sportello unico dell’edilizia prevedendo maggiore trasparenza e un servizio di assistenza svolto in seno allo sportello unico o sotto la responsabilità della regione territorialmente competente.
Ricordiamo che sono iniziati lo scorso anno i lavori per la modifica del Testo Unico dell’Edilizia (Dpr 380/2001). Il passato Governo aveva istituito presso il Ministero delle Infrastrutture un tavolo di lavoro sull’argomento.
Ha fatto il punto della situazione anche il Consiglio Nazionale degli Ingegneri (CNI). Nel confronto sono stati coinvolti i rappresentanti territoriali visto che il Testo Unico dell’Edilizia regola molti procedimenti amministrativi di natura regionale.
Di modifiche al Testo Unico si è parlato anche durante l’assemblea nazionale dell’Associazione Nazionale Comuni Italiani (Anci) che si è svolta lo scorso novembre.
Con il nuovo disegno di legge delega si gettano quindi le basi per intervenire sulla normativa edilizia.
fonte: edilportale