È stato approvato dall’Aula di Montecitorio il disegno di legge per la disciplina e la promozione delle imprese culturali e creative, volto a favorire il rafforzamento e la qualificazione dell’offerta culturale nazionale, la nuova imprenditorialità e l’occupazione, in particolare dei giovani.
Le imprese culturali e creative sono quelle che si occupano di ideazione, creazione, produzione, sviluppo, diffusione, conservazione, ricerca e valorizzazione o gestione di prodotti culturali quali beni, servizi e opere dell’ingegno inerenti alla letteratura, alla musica, alle arti figurative, allo spettacolo dal vivo, alla cinematografia e all’audiovisivo, agli archivi, alle biblioteche e ai musei nonché al patrimonio culturale e ai processi di innovazione ad esso collegati.
Il disegno di legge prevede di facilitare la concessione di locali alle imprese culturali e creative per le loro attività: le imprese potranno chiedere la concessione di beni demaniali dismessi, in particolare caserme e scuole militari inutilizzate, per almeno 10 anni a un canone mensile simbolico di massimo 150 euro, facendosi carico della manutenzione ordinaria e straordinaria.
L’ente gestore predisporrà un bando pubblico per assegnare gli immobili alle imprese più meritevoli per adeguatezza del progetto culturale e creativo.
Il provvedimento passa ora all’esame dell’altro ramo del Parlamento.
Come ricorda il Dossier del Servizio Studi della Camera, un regime di aiuto per sostenere le micro, piccole e medie imprese della filiera culturale e creativa è stato introdotto nel 2016, limitatamente alle regioni Basilicata, Calabria, Campania, Puglia e Sicilia. Si tratta del programma Cultura Crea presentato a Matera il 19 luglio 2016.
Anche la concessione agli artisti di spazi e immobili dismessi è stata già disciplinata nel 2013 con il Decreto Valore Cultura: per favorire il confronto culturale e la realizzazione di spazi di creazione e produzione artistica, si prevedeva di individuare beni immobili di proprietà dello Stato (caserme e scuole militari inutilizzate) da destinare a studi di giovani artisti italiani e stranieri, con concessione almeno decennale e con un canone mensile simbolico di massimo 150 euro.
Nel dicembre 2015 sono stati individuati i primi 10 beni immobili pubblici da destinare a studi di giovani artisti, ferma restando la verifica dell’eventuale interesse culturale di tali beni. Nel luglio 2016 il Governo annunciava che gli enti locali avrebbero verificato la fruibilità e funzionalità degli immobili per poi emanare i bandi per la concessione.
Nel novembre 2016 il Mibact riferiva che gli uffici avevano rilevato che alcuni degli immobili individuati necessitavano di ulteriori verifiche e possibili interventi rilevanti e che l’emanazione dei bandi per l’assegnazione degli immobili alle cooperative ed associazioni di artisti avrebbe subìto un temporaneo slittamento.
fonte: edilportale