Un Fondo da 60 milioni di euro che nel triennio 2017 – 2019 sosterrà i Comuni nella progettazione definitiva ed esecutiva nelle zone a rischio sismico e contro il rischio idrogeologico. Lo prevede il disegno di legge “Fiscale”, che ha ottenuto la fiducia in Senato con 148 voti favorevoli e 116 contrari.
Il ddl in realtà non istituisce un nuovo Fondo, ma incrementa di 20 milioni di euro il Fondo per l’accelerazione delle attività di ricostruzione introdotto con la Manovrina (L.96/2017) per stimolare gli interventi di adeguamento e miglioramento antisismico in zona a rischio sismico 1 e gestito dal Ministero dell’Interno. Ma non solo, perché il ddl Fiscale destina parte delle risorse anche alle zone a rischio sismico 2 e alla prevenzione dal rischio idrogeologico.
Resta invariato lo stanziamento di 5 milioni di euro per il 2017, da destinare alla progettazione definitiva ed esecutiva relativa ad interventi di opere pubbliche, nei Comuni nelle zone a rischio sismico 1.
Per il 2018 e il 2019 saranno assegnati rispettivamente 25 milioni di euro (anziché 15) e 30 milioni di euro (anziché 20) ai Comuni delle zone a rischio sismico 1 e 2. Le risorse copriranno la progettazione definitiva ed esecutiva relativa ad interventi di miglioramento e di adeguamento antisismico di immobili pubblici e alla messa in sicurezza del territorio dal dissesto idrogeologico.
I contributi non potranno essere superiori ai limiti previsti dal Decreto Parametri (DM 17 giugno 2016) con cui sono stati fissati i corrispettivi commisurati al livello qualitativo della progettazione.
Nella richiesta di contributo al Ministero dell’interno, i Comuni dovranno indicare le informazioni relative al livello progettuale per cui si chiede il contributo e il codice unico di progetto (CUP) dell’opera che si intende realizzare.
Le richieste dovranno inoltre consentire il monitoraggio degli interventi di adeguamento e miglioramento antisismico e degli interventi di messa in sicurezza del territorio dal dissesto idrogeologico.
Il ddl indica un ordine di priorità nel riconoscimento dei contributi ai Comuni. Al primo posto la progettazione di interventi per l’adeguamento o il miglioramento antisismico degli immobili pubblici costruiti in calcestruzzo prima del 1971 o in muratura portante. Poi la progettazione di interventi antisismici su immobili pubblici, da eseguire sulla base di una verifica di vulnerabilità sismica già effettuate, e infine la progettazione degli interventi contro il dissesto idrogeologico.
A tutti i professionisti, anche a quelli non iscritti ad un Ordine, sarà riconosciuto il diritto all’equo compenso. Sarà considerato equo il compenso determinato in maniera proporzionale alla quantità e alla qualità del lavoro svolto, nonché al contenuto e alle caratteristiche della prestazione, tenendo conto del Decreto Parametri.
Sarà consentita l’attività edilizia libera “per gli interventi di realizzazione di immobili in assenza dì titolo abilitativo eseguiti nel periodo compreso tra il 24 agosto 2016 e il 24 agosto 2017 per impellenti esigenze abitative dai proprietari, usufruttuari o titolari di diritti reali di godimento su immobili distrutti o gravemente danneggiati dagli eventi sismici”.
Dal 1° gennaio 2018 i proventi degli oneri di urbanizzazione e delle sanzioni previste dal Testo Unico dell’edilizia (Dpr 380/2001) saranno utilizzati anche per la progettazione delle opere pubbliche. Questa destinazione si aggiunge alla realizzazione e alla manutenzione ordinaria e straordinaria delle opere di urbanizzazione primaria e secondaria, al risanamento di complessi edilizi compresi nei centri storici e nelle periferie degradate, a interventi di riuso e di rigenerazione, a interventi di demolizione di costruzioni abusive, all’acquisizione e alla realizzazione di aree verdi destinate a uso pubblico, a interventi di tutela e riqualificazione dell’ambiente e del paesaggio, anche ai fini della prevenzione e della mitigazione del rischio idrogeologico e sismico e della tutela e riqualificazione del patrimonio rurale pubblico e a interventi volti a favorire l’insediamento di attività di agricoltura nell’ambito urbano.
Il meccanismo della scissione dei pagamenti dell’Iva sull’acquisto di beni e servizi, attualmente previsto per tutte le amministrazioni dello Stato, gli enti territoriali, le università, le aziende sanitarie e le società controllate dallo Stato, è stato ulteriormente esteso.
Per potenziare le misure dirette a evitare l’evasione fiscale, lo split payment ora coinvolge anche gli enti pubblici economici nazionali, regionali e locali, comprese le aziende speciali e le aziende pubbliche di servizi alla persona, le fondazioni partecipate da amministrazioni pubbliche per una percentuale complessiva del fondo di dotazione non inferiore al 70%, le società controllate direttamente o indirettamente da qualsiasi tipo di amministrazione pubblica o società assoggettata al meccanismo in parola e quelle partecipate per una quota non inferiore al 70% da qualsiasi amministrazione pubblica o società già assoggettata allo split payment.
Il ddl autorizza una spesa di 100mila euro per il 2017 e 1,5 milioni all’anno dal 2018 per la gestione e il funzionamento della Banca dati nazionale degli operatori economici, introdotta dal Codice Appalti (D.lgs. 50/2016), per consentire una rapida verifica dei requisiti dei soggetti che partecipano alle gare, e gestita dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti.
Incrementata la dotazione del Fondo di 300 milioni di euro per l’anno 2017 e di 200 milioni di euro per il 2018. Il Fondo di Garanzia per le PMI, lo ricordiamo, è operativo dal 2000. La sua finalità è favorire l’accesso alle fonti finanziarie delle piccole e medie imprese mediante la concessione di una garanzia pubblica che si affianca, e spesso si sostituisce, alle garanzie reali portate dalle imprese. Il Fondo consente alle imprese di ottenere finanziamenti senza garanzie aggiuntive (e quindi senza costi di fidejussioni o polizze assicurative).
Anche i professionisti non organizzati in Ordini e Collegi potranno partecipare al capitale dei confidi e usufruire della relativa garanzia.
Sono stati assegnati 27 milioni di euro per la prosecuzione degli interventi del programma di bonifica ambientale e di rigenerazione urbana dell’area situata nel comprensorio di Bagnoli-Coroglio.
Alla città di Matera saranno trasferiti 3 milioni di euro per l’anno 2017. Le risorse sono state previste dal decreto “Mezzogiorno (DL 91/2017 convertito nella Legge 123/2017) per gli interventi urgenti previsti per Matera Capitale europea della cultura 2019.
fonte: edilportale