Nei cantieri edili si devono spostare diversi materiali, sia quelli che provengono dall’esterno del cantiere che quelli che si producono al suo interno.
Ad esempio si deve permettere alla costruzione di “aumentare in altezza” e perciò bisogna fare in modo che i diversi materiali da costruzione possano essere trasportati in quota con il minimo sforzo e senza rischi per gli addetti ai lavori.
Gli apparecchi di sollevamento dei carichi rappresentano un’attrezzatura essenziale per lo svolgimento di alcune lavorazioni; nella movimentazione dei materiali, il sollevamento si distingue per via della prevalenza dello spostamento verticale rispetto a quello orizzontale.
Le macchine per il sollevamento verticale dei carichi possono essere ad azione continua, in cui lo spostamento dei materiali avviene con continuità (ad esempio nastri trasportatori), o ad azione discontinua, che operano per cicli produttivi (ad esempio le gru, dove ogni ciclo si compone di imbracatura del carico, sollevamento del carico, spostamento del carrello, rotazione del braccio, abbassamento del carico, sbracatura del carico, e ritorno del gancio nella posizione di partenza).
Le gru girevoli possono essere di diverse tipologie:
– gru a braccio rotante: su una piattaforma ruota l’insieme della cabina di comando e degli argani e una struttura intelaiata a sbalzo, funge da braccio della gru;
– gru ad asse fisso: l’asse verticale dell’apparecchio resta fisso, mentre ruota il braccio in sommità;
– gru ad asse rotante: come le gru a montaggio rapido.
La gru ad asse fisso permette il sollevamento del carico, la traslazione del carrello, la rotazione del braccio e lo spostamento della macchina e rappresenta l’attrezzatura più diffusa per la movimentazione e il sollevamento di carichi utilizzata nei cantieri edili.
Tale attrezzatura presenta molteplici rischi, sia per gli operatori che per i lavoratori che operano nell’area; i pericoli maggiori consistono nel ribaltamento della gru e nella caduta di materiale dall’alto, con conseguente possibilità di schiacciamento e di urti. Per questo le gru sono dotate di una serie di dispositivi che, opportunamente tarati, garantiscono i requisiti minimi di sicurezza come i limitatori che impediscono il sollevamento e la traslazione verso la punta dei carichi che eccedono il carico massimo.
Al fine di prevenire il rischio di ribaltamento occorre eseguire un’accurata indagine preliminare per la scelta del luogo d’installazione della gru, rispettare scrupolosamente le istruzioni del fabbricante e il relativo registro di controllo, eseguire le verifiche previste dalla norma ed evitare o limitare il rischio di interferenza con altre gru.
Il rischio di caduta di materiale dall’alto è dovuto alla movimentazione di carichi non correttamente imbracati, ad errate manovre che comportano l’urto del carico contro strutture fisse o alla rottura delle funi. L’uso corretto degli accessori di sollevamento, compresi i contenitori, associati ad un corretto uso dei segnali gestuali, o ad altri efficaci mezzi, per la comunicazione tra il manovratore e l’aiuto manovratore portano a limitare tale rischio.
Per la sicura installazione della gru è necessario eseguire un’indagine preliminare volta a rilevare tutti i dati ambientali di rilevante importanza come la natura del terreno, la presenza di ostacoli o di altre gru nelle vicinanze ecc. Esistono anche le gru mobili che possono essere facilmente spostate o montate su autoveicolo; tali gru permettono di disporre di un mezzo che agevolmente può raggiungere il sito ove occorre svolgere l’azione senza alcuna installazione. Al fine di aumentare la stabilità laterale durante le operazioni di sollevamento, la macchina è dotata di bracci telescopici che ne allargano la base di appoggio.
La versione base di autogru è un semplice autocarro con allestimento che prevede un braccio di sollevamento.
Per permettere agli operatori di effettuare alcuni lavori in quota si possono adoperare le piattaforme aeree.
Tali macchine si dividono in varie categorie a seconda dei movimenti che sono in grado di effettuare; ad esempio esistono quelle semoventi a braccio telescopico, semoventi verticali a pantografo, autocarrate con braccio telescopico e/o articolato, semoventi cingolate tipo ragno con braccio telescopico e/o articolato, ecc.
Per trasportare e posizionare al lavoro persone e materiale si possono utilizzare anche le piattaforme auto sollevanti. Tali piattaforme possono essere fornite e montate in varie configurazioni (a una, due o più Colonne), possono arrivare a più di 100 m di altezza lavoro e spesso vengono usate al posto dei ponteggi fissi.
Per sollevare i materiali non troppo pesanti e per trasportare gli stessi nel cantiere si adoperano apparecchi di modesta portata (inferiore a 250 kg) come carrelli elevatori e transpallet.
Le aree di produzione rappresentano le aree del cantiere dove avvengono le lavorazioni su prodotti. Tali aree possono essere adibite per le lavorazioni fuori opera (riguardano il prelievo delle materie prime come sabbia, ghiaia, pietrame) e per le lavorazioni in opera (riguardano la preparazione del terreno di sedime, la realizzazione delle fondazioni e l’assemblaggio di elementi costruttivi realizzati fuori opera e la lavorazione di altri elementi costruttivi e materiali).
Una delle lavorazioni in opera più comune consiste nella produzione diretta di CLS attraverso l’installazione di impianti di betonaggio.
Nel caso di cantieri di modeste dimensioni l’impianto da prevedere sarà del tipo manuale con betoniera a bicchiere, con fornitura di cemento, in sacchi e inerti, dall’esterno. Se invece le quantità di CLS richieste sono maggiori, occorre approntare un vero impianto di betonaggio prevedendo l’immagazzinamento degli inerti e del cemento, il relativo dosaggio con l’acqua e la miscelazione dei componenti.
Le principali componenti dell’impianto di betonaggio sono:
– il silo (o i silos) per il cemento;
– la tramoggia per la pesa del cemento e degli inerti;
– la benna di carico;
– il miscelatore;
– il pannello di comando per l’impostazione dei pesi e del rapporto acqua/cemento.
Considerando le esigenze operative dell’impianto, la sua posizione ottimale generalmente viene individuata al di sotto del raggio d’azione della gru, al fine di minimizzarne, il più possibile, le manovre.
Un’altra macchina utile nell’organizzazione dei materiali da cantiere è l’impastatrice.
Oltre alle aree per la produzione di cls in cantiere è possibile trovare anche delle aree adibite alla preparazione del ferro.
La domanda di ferri per le armature in cantiere può essere soddisfatta rivolgendosi ai centri esterni di produzione, sagomatura e assemblaggio delle armature o nell’ambito del cantiere stesso, con un approccio di tipo più tradizionale, con l’ausilio di attrezzature specifiche. Per la lavorazione, e il deposito, delle barre d’armatura in cantiere, bisogna considerare la dimensione delle barre che, generalmente, è pari a 12 m e che la fornitura avviene mediante autoarticolato.
Pertanto il dimensionamento dell’area di lavorazione, e di deposito, dovrà prevedere una zona di deposito delle barre proveniente dalle acciaierie, una zona per la lavorazione delle barre ed una zona per il deposito delle barre post lavorazione. Queste zone, naturalmente, dovranno essere previste in adiacenza, meglio se in senso longitudinale per agevolare i trasporti delle barre.
Per piegare le barre di ferro e i tondini in ferro e acciaio per le armature utilizzate per la costruzione di strutture in cemento armato si utilizzano degli appositi strumenti che svolgono l’attività.
In cantiere hanno particolare importanza anche le aree di deposito che rappresentano i luoghi in cui avvengono operazioni di stoccaggio dei materiali e delle attrezzature.
Il Dlgs 81/2008 pone a carico dei datori di lavoro, dei dirigenti e dei preposti delle imprese affidatarie e delle imprese esecutrici, l’onere di provvedere alla disposizione o l’accatastamento di materiali o attrezzature in modo da evitarne il crollo o il ribaltamento e assicurarsi che lo stoccaggio e l’evacuazione dei detriti e delle macerie avvengano correttamente.
Ad esempio per lo stoccaggio dei laterizi in cantiere (mattoni, pignatte, tegole, ecc.) deve essere individuata una determinata zona in relazione alla quantità, peso e dimensioni del materiale da depositare, agli ingombri, spazi di manovra e peso del mezzo di trasporto, alle modalità di scarico ed alla viabilità presente in cantiere. I laterizi vanno depositati preferibilmente in zone protette dalla pioggia, su superfici piane ed asciutte non a diretto contatto con il terreno interponendo alla base dei pacchi, tavole in legno per la ripartizione dei carichi.
Per il deposito dei materiali è importante anche scegliere i giusti contenitori per ogni materiale.
Un’altra operazione tipica di un cantiere edile, soprattutto in caso di ristrutturazioni, può essere la demolizione.
Le tecniche di demolizione edilizia possono essere suddivise in due categorie:
– Demolizione edilizia incontrollata;
– Demolizione edilizia controllata.
Tra le operazioni distruttive c’è: la demolizione con esplosivo, a quella per percussione ottenuta con martelli pneumatici o grossi martelli oleodinamici montati su mezzi meccanici, demolizione per frantumazione con l’uso di grandi pinze idrauliche, demolizione per frantumazione con l’utilizzo di martinetti idraulici usati come divaricatori, demolizione per spinta o trascinamento ottenuta con mezzi meccanici quali ruspe cingolate o terne gommate, ecc.
Nei casi di recupero e riqualificazione del costruito (interventi antisismici, rinforzi strutturali, opere di restauro ecc) le tecnologie usate sono meno invasive: demolizione per frantumazione chimica con l’uso di sostanze espandenti, demolizione per frantumazione meccanica con pinze, idrodemolizione, taglio per abrasione con sega a disco diamantato o sega a filo diamantato, demolizione con taglio con laser, ecc.
fonte: edilportale