Totale deducibilità dei costi per l’aggiornamento professionale, indennità di maternità anche alle lavoratrici che continuano a lavorare, maggiore tutela in caso di malattia, più chance di partecipazione agli appalti pubblici e smart working. Sono i cardini della riforma del lavoro autonomo – Jobs Act degli Autonomi, approvato in via definitiva dal Senato.
Ecco tutte le novità che diventano legge.
Sono totalmente deducibili le spese per l’aggiornamento professionale, che prevede la partecipazione a corsi obbligatori e master, le spese d’iscrizione a convegni e congressi e quelle di viaggio e soggiorno, fino a 10mila euro l’anno.
La completa deducibilità spetta anche per le spese di orientamento, ricerca di nuove opportunità e certificazione delle competenze fino a 5mila euro.
Le spese per l’esecuzione di un incarico, sostenute dal committente, ma anticipate dal professionista e poi inserite in fattura, devono essere escluse dai compensi e quindi non concorreranno alla formazione del reddito.
I diritti sulle invenzioni e gli apporti originali, realizzati nell’esecuzione del contratto, spettano al lavoratore autonomo a meno che l’attività inventiva sia prevista dall’oggetto del contratto e venga quindi retribuita.
Spetta l’indennità di maternità pur continuando a lavorare. Fino ad oggi questa possibilità è stata aperta solo ad alcune professioni ordinistiche, mentre per le altre lavoratrici è sempre scattata l’astensione obbligatoria.
I congedi parentali salgono da tre a sei mesi nei primi tre anni di vita del bambino. Si allarga inoltre la platea degli aventi diritto ai congedi nel primo anno di vita del bambino.
In caso di malattia prolungata, si può sospendere il versamento dei contributi per due anni. Le somme non pagate dovranno poi essere rimborsate in rate mensili.
Il Governo, con uno o più decreti, abbasserà i requisiti per accedere alle prestazioni di maternità e aumenterà le tutele in caso di malattia. A fare da contraltare a queste misure potrà esserci un aumento delle aliquote fino allo 0,5%. Così come accade nel settore del lavoro dipendente, le prestazioni previdenziali dovranno essere finanziate dai versamenti dei lavoratori.
Dal 1° luglio 2017 l’indennità di disoccupazione (Dis-Coll) per i collaboratori coordinati e continuativi, iscritti alla gestione separata Inps e senza partita Iva, sarà estesa ad assegnisti e dottorandi di ricerca con borsa di studio.
Partecipazione ai contratti pubblici e Fondi europei
Le Pubbliche Amministrazioni dovranno predisporre bandi di gara esplicitamente aperti anche ai lavoratori autonomi oltre che alle imprese. Per facilitare l’accesso alle informazioni, saranno attivati sportelli dedicati nei centri per l’impiego. Per quanto riguarda l’accesso ai fondi europei, i lavoratori autonomi saranno definitivamente equiparati alle piccole e medie imprese.
Per frenare il fenomeno delle clausole vessatorie e abusive a danno del professionista, è vietata la rescissione unilaterale e senza preavviso dei contratti senza un adeguato risarcimento. Sono inoltre considerati illeciti il patto che riservi al solo committente la facoltà di modificare le condizioni del contratto e il patto che disponga termini di pagamento superiori ai 60 giorni dalla data di ricevimento della fattura.
Si considera infine abusivo il rifiuto del committente di stipulare il contratto in forma scritta. In questi casi, il professionista può chiedere ed ottenere un risarcimento.
Il lavoro subordinato diventa agile, con la possibilità di svolgere le proprie mansioni senza precisi vincoli di orario o di luogo di lavoro, grazie all’utilizzo di strumenti tecnologici, in parte all’interno di locali aziendali e in parte all’esterno, senza una postazione fissa, entro i soli limiti di durata massima dell’orario di lavoro giornaliero e settimanale.
“Con l’approvazione del DL lavoro autonomo si compie un atto di giustizia nei confronti di milioni di professionisti italiani” hanno commentato in una nota congiunta Confprofessioni, Confassociazioni, Acta e Alta Partecipazione. “il confronto avviato da oltre due anni tra Associazioni, Governo e Parlamento ha finalmente prodotto i suoi frutti, consentendo anche al nostro Paese di varare una riforma del lavoro autonomo al passo con i tempi”.
Per le associazioni dei professionisti ci sono però ancora delle questioni aperte: “, a cominciare dall’equo compenso e dalla certezza dei pagamenti e senza ignorare il peso di un sistema fiscale che in termini di adempimenti diviene sempre più oppressivo e un sistema previdenziale da rendere più equo”.
Mariano Corso, Responsabile scientifico dell’Osservatorio Smart Working della School of Management Politecnico di Milano, ha giudicato la norma “un passo avanti per la diffusione del lavoro agile in modo più capillare, anche tra PMI e Pubblica Amministrazione.
“Sebbene – ha sottolineato – non consenta di fare qualcosa in più rispetto a prima né tantomeno definisca obblighi di attuazione o incentivi, il testo enuncia principi e promuove diritti di grande valore, eliminando gli alibi di chi riteneva mancasse l’adeguato supporto normativo per il lavoro agile”.
Emiliana Alessandrucci, presidente del Libero Coordinamento delle associazioni professionali (Colap) ha commentato che dopo l’approvazione è possibile “gioire a metà”. “Bene la parte sulle nuove tutele per la maternità, poco convincente il congedo parentale – ha sottolineato – per le lavoratrici autonome è impensabile stare a casa per un lungo periodo così come avviene per le lavoratrici dipendenti: il cliente non ci aspetta!”. Sulla malattia, “provvedimento necessario – ha affermato – vivevano un’ingiustizia che è stata ora sanata, basta essere cittadini di serie b”. “Molto ancora si può fare – ha aggiunto – pagamenti, incentivazione della fatturazione elettronica anche per i privati, incentivi per la digitalizzazione, defiscalizzazione, semplificazione e maggiore valorizzazione delle competenze”.
Giudicata in modo negativo “la possibilità di esercitare solo per i professionisti ordinisti, specifici atti pubblici, che rischia di creare nuove riserve di legge”.
Sull’equo compenso ha concluso “continuiamo a ribadire che non è uno strumento efficace né tantomeno applicabile, è un riportare il lavoro autonomo sotto l’immagine del lavoro dipendente, intanto potremmo lavorare con il nostro più grande cliente la PA per rivedere le gare al minimo ribasso e valorizzare anche con il compenso competenze e capacità”.
fonte: edilportale