Lunedì 3 agosto è stato inaugurato a Genova il nuovo viadotto autostradale che ha sostituito il Ponte Morandi crollato parzialmente il 14 agosto del 2018 causando la morte di 43 persone. Il nuovo ponte, progettato dall’architetto e senatore a vita Renzo Piano, si chiama “Genova San Giorgio” ed è aperto al traffico dal 5 agosto.
Il nuovo ponte è lungo 1.067 metri, ha 19 campate che si trovano a 40 metri di altezza e sono sorrette da 18 piloni. È costato 202 milioni di euro, sono stati utilizzati 67 mila metri cubi di calcestruzzo e 24 mila tonnellate di acciaio e carpenteria metallica. Sui lati nord e sud saranno applicate due file di pannelli solari che soddisferanno il 95 per cento del fabbisogno energetico del ponte. Per delimitare la carreggiata sono stati installati 2.450 metri di pannelli trasparenti, alti due metri e mezzo, con la funzione di frangivento. Sui due lati della carreggiata sono state distribuite 18 antenne luminose alte 28 metri che, esteticamente, rappresentano gli alberi del vascello a cui assomiglia il viadotto, come ha spiegato L’architetto Renzo Piano. Per volere del progettista avrebbero dovuto essere 43, in ricordo delle vittime, ma per motivi di progettazione e sicurezza sono stati ridotti a 18.
Realizzato in tempi record il ponte San Giorgio ha alcune caratteristiche innovative che lo rendono un unicum nel panorama italiano. É stato installato uno speciale sistema di deumidificazione per evitare la formazione di condensa salina (la cui corrosione potrebbe essere all’origine del crollo del precedente viadotto).
Il viadotto è costantemente monitorato da quattro robot (progettati dall’IIT) dotati di ruote, con cui si muoveranno lungo le rotaie esterne del viadotto, e braccia snodabili. Ruolo di questi automi è quello di occuparsi dell’ispezione della superficie inferiore del ponte e della pulizia delle barriere antivento e dei pannelli solari.
Inoltre, la creazione del ponte è stata affiancata dall’inaugurazione di una banca dati che, spiegano dal consorzio Per Genova, costituito da Fincantieri Infrastructure e Webuild per la progettazione e la costruzione del viadotto Polcevera dell’autostrada A10 – potrà essere studiata e monitorata costantemente, e utilizzata come base per la progettazione futura di infrastrutture della stessa tipologia”.
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