Il 14° rapporto sulla finanza immobiliare di Nomisma conferma il trend non certo positivo, lasciando però qualche spiraglio di ottimismo.
Come indicato da Luca Dondi, Ad di Nomisma i bonus casa e il PNRR di prossima realizzazione “fanno ben sperare, anche se resta incertezza sulle modalità di applicazione di questi strumenti che consentono di limitare gli impatti di una crisi molto asimmetrica. Il nostro Paese aveva infatti già differenze sostanziali che sono state ulteriormente accentuate dalla pandemia. Anche a livello di singole famiglie abbiamo situazioni di risparmio completamente eroso dalla mancanza di reddito contrapposte a risparmi addirittura incrementati e a conseguente voglia di investire. Le famiglie in generale ritengono di essere meno colpite direttamente dalla pandemia rispetto a quanto avvenga nell’economia in generale, e di conseguenza alimentano aspettative che vanno però considerate con prudenza”.
Infatti, se si indagano le intenzioni di acquisto nei prossimi 12 mesi, secondo il rapporto, sono circa 3,3 milioni le famiglie che si dicono intenzionate ad acquistare casa. Di queste famiglie tuttavia sono solo 800 mila quelle che effettivamente si sono poste alla ricerca dell’investimento immobiliare, mentre l’80% di coloro che acquisterebbero casa nei prossimi anni non possono prescindere da un prestito ipotecario.
Anche se i tassi di interesse sono in crescita, tale ascesa resta comunque contenuta e può spingere sicuramente la domanda di mutui e la disponibilità delle banche all’erogazione.
Rispetto alle compravendite immobiliari si prevede una sostanziale tenuta, con cifre che potranno raggiungere, secondo Nomisma, le 629 mila nel 2021, le 600 mila nel 2022 e le 625 mila nel 2023.
Altro aspetto indagato dall’Osservatorio Nomisma è relativo a come è cambiata la domanda al tempo della pandemia.
Il 93,7% ha mostrato maggiore interesse per le abitazioni più grandi, con spazi verdi (il 68,9%), fuori dal Comune principale (il 64%) e performanti del punto di vista del risparmio energetico (70,5%).
“La domanda sostenibile ha di fatto rimesso al centro la qualità dell’abitare, puntando su fattori come connettività, salubrità e minori costi energetici, ma sempre in contesti strutturati dal punto di vista dei servizi e dell’accessibilità” spiega Elena Molignoni, responsabile Osservatorio Immobiliare Nomisma.
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