Sono gli ecobonus e i sismabonus al 110% gli strumenti messi in campo dal Governo per una campagna massiccia di efficientamento energetico e prevenzione antisismica alla base del rilancio dell’edilizia italiana.
Due misure di incentivo e sostegno per spingere il settore e sostenere i cittadini dopo il lockdown dei mesi scorsi.
Nella serata del 13 maggio, presidente del Consiglio, Giuseppe Conte ha annunciato che il Consiglio dei Ministri ha approvato il decreto come da bozza trapelata nei giorni scorsi.
Diversi gli incentivi previsti nel Decreto Rilancio, la manovra da 55 miliardi di euro per la ripartenza del Paese dopo l’emergenza coronavirus.
Con il superbonus al 110% per gli interventi di riqualificazione energetica e antisismica per rilanciare l’attività edilizia aumenta l’aliquota della detrazione fiscale per interventi in ambito di:
– efficienza energetica
– riduzione del rischio sismico
– installazione di impianti fotovoltaici
– installazione di colonnine per la ricarica di veicoli elettrici
Per le spese sostenute dal 1 luglio 2020 al 31 dicembre 2021 nella prima casa e nei condomìni.
Si potrà usufruire del bonus fiscale in 5 rate con la possibilità di cedere il credito maturato alle banche o di chiedere lo sconto in fattura all’impresa che realizza i lavori.
Come confermato dal il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Riccardo Fraccaro l’approvazione su sua proposta del superbonus al 110% per l’efficientamento energetico e l’adeguamento antisismico delle abitazioni «rappresenta una rivoluzione per l’economia e l’ambiente». Si tratta di una norma «che trova il massimo consenso nel governo e l’apprezzamento trasversale dei partiti e delle associazioni di categoria. Ora l’Italia può ripartire all’insegna della crescita sostenibile».
Per usufruire del superbonus non ci sarà un requisito di reddito, il contribuente potrà – come indicato – utilizzare il credito d’imposta oppure trasferire alla ditta il credito, che lo userà a sua volta per incassarlo subito trasferendolo a un’impresa più grande o a una banca, oppure lo terrà per sé per pagare meno tasse. Se, invece, l’impresa non volesse accettare il credito corrispondente, il privato potrà girarlo ad una banca.
Unica condizione è che gli interventi siano realizzati contestualmente a quelli di maggiore portata di riqualificazione energetica o messa in sicurezza antisismica.